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Audizione di Confindustria su Covid_19 e rischi di squilibrio nella struttura finanziaria delle imprese

Emanuele Orsini, Vicepresidente di Confindustria per il credito la finanza e il fisco, nel corso dell'audizione alla Commissione Finanze della Camera dei deputati, ha posto l’attenzione sui bisogni delle imprese, le quali a poco più di un anno dallo scoppio della pandemia COVID-19 portano ancora le ferite profonde di uno shock inatteso, diffuso e prolungato. Questo disagio diffuso mina le fondamenta del sistema economico, la cui ripartenza è frenata da alcuni fattori come:

  • il forte rincaro delle materie prime, che eserciterà una pressione al ribasso sui margini delle imprese e sul loro cash flow; 
  • il forte calo degli investimenti privati (-9,1% nel 2020), che pur essendo attesi in ripresa dal 2021 (+ 9,2%), saranno frenati dal debito “emergenziale” contratto dalle imprese. 

Come stimato dal Centro Studi nel suo ultimo rapporto di previsione sull’economia italiana, il peso del debito calcolato in termini di anni di cash flow necessari per ripagare i debiti emergenziali, aumenterà in modo significativo in tutti i settori. Secondo il Vicepresidente, per contrastare una crisi senza precedenti nella nostra storia recente, occorrono iniziative a supporto delle imprese che si collochino fuori dagli schemi. 

Innanzitutto, sottolinea la necessità di: 

  • agire prolungando e potenziando le misure di sostegno alla liquidità; 
  • prorogare la moratoria di legge, allungando le sospensioni dei finanziamenti bancari fino alla fine del 2021, con la richiesta da parte di Confindustria di confermare il Fondo di Garanzia per le Pmi e Garanzia Italia di Sace; 
  • allungare i tempi di restituzione dei debiti da 6 a 15 anni, poiché secondo stime del Centro studi di Confindustria, allungando il periodo di rimborso dei debiti da 6 a 10 anni, le imprese italiane potrebbero realizzare 6,8 miliardi di investimenti in più all'anno. 

L'impatto sul Pil sarebbe pari a +0,3% nel 2021 e a +0,2% nel 2022, tale da riportare l'economia sopra i valori precrisi alla fine del prossimo anno. Questo effetto positivo, si estenderebbe anche per tutto il periodo 2021-2026.

Sul piano fiscale, Orsini dichiara che se si vogliono liberare risorse finanziarie da destinare ad investimenti e nuova occupazione, la tassazione sulle imprese va ridotta, aumentando invece il super bonus 100%, una misura ritenuta efficace e di immediato impatto per sostenere gli investimenti. È essenziale che la misura sia prorogata a tutto il 2023 e che sia semplificata la procedura applicativa. Inoltre, anche al fine di sostenere le imprese del comparto turistico, va esteso l’ambito di applicazione della misura agli immobili detenuti dalle imprese.

Indispensabile per non penalizzare specifiche filiere produttive è evitare l’entrata in vigore della plastic tax e della sugar tax: imposte, che vanno in senso contrario agli obiettivi di sostegno alla liquidità e di stimolo alla ripartenza, mentre sarebbe auspicabile in linea con quanto avviene già in altri Paesi, ampliare la possibilità di utilizzo delle perdite fiscali ai fini delle imposte sui redditi, con meccanismi di carry-back.

In conclusione, rispondendo alle domande dei parlamentari, Orsini ha ricordato che gli imprenditori hanno bisogno di certezze ed è indispensabile avere a loro fianco lo Sato per non sentirsi abbandonati. 

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