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DEF IN LINEA CON LE NOSTRE PREVISIONI. SUL PNRR L’ITALIA SI GIOCA IL FUTURO

Il 19 aprile, Confindustria, è intervenuta nel ciclo di audizioni preliminari all'esame del Documento di economia e finanza 2021 davanti alle Commissioni congiunte 5a del Senato della Repubblica e V della Camera dei Deputati. 

Di seguito i punti principali affrontati nel corso dell’incontro.

Gli scenari macroeconomici disegnati nel DEF per il 2021 e il 2022 sono sostanzialmente gli stessi previsti del Centro Studi Confindustria, e si basano sul seguente presupposto: A settembre la campagna di vaccinazione avrà raggiunto l'80% degli italiani.

Il contesto attuale pone problematiche di breve e di lungo periodo.

1. Il crollo del cash flow delle imprese nell’ultimo anno:

  • Causa problemi di liquidità che può diventare solvibilità senza misure adeguate: la carenza è stata compensata grazie alle misure adottate, è di fondamentale importanza continuare a mantenere tali misure fino all’uscita della crisi.
  • Mette a rischio la sopravvivenza anche delle imprese che prima della pandemia avevano prospettive e bilanci solidi. Finora, i sostegni hanno svantaggiato le aziende con strutture più complesse. Con il prossimo scostamento di bilancio, il Governo intende cambiare rotta, non solo considerando il fatturato, ma anche i costi fissi che non vengono compensati dall'azienda.

2. Il "peso del debito" delle imprese italiane è aumentato a causa del maggiore utilizzo dei prestiti. Come ha giustamente sottolineato DEF, è necessario adottare misure che possano creare un ambiente favorevole alla patrimonializzazione delle imprese.

3. L'aumento dei prezzi internazionali delle materie prime ha ulteriormente peggiorato i cash flow delle imprese industriali che non stanno scaricando i rincari sui prezzi.

4. Negli ultimi 12 mesi, il numero degli occupati è diminuito di quasi un milione e il divario tra i vari settori in termini di ripresa dei livelli di input di lavoro pre-Covid è molto ampio. Pertanto, è necessario aumentare l'occupabilità dei lavoratori e i mezzi di sostegno al reddito, rafforzando gli strumenti di riqualificazione professionale per promuovere la transizione occupazionale da settori /aziende in difficoltà a settori /aziende in crescita.

Il principale problema di lungo periodo è legato alla bassa crescita riflessa dalla bassa dinamica della produttività: rispetto alla Germania, l'Italia è rimasta indietro di 20 punti percentuali in 20 anni.

Il programma Next Generation UE è un'ottima opportunità per attuare una strategia unificata in cui gli investimenti a sostegno dell'economia saranno accompagnati da adeguate riforme strutturali. In primis quella della pubblica amministrazione.

L'intenzione del Governo è di muoversi in questa direzione, ma non sappiamo ancora come la PA utilizzerà e gestirà le risorse europee. Sull’implementazione del PNRR, l'Italia gioca la sua credibilità e, dati i suoi pesanti debiti, anche il suo futuro.

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