Confindustria Abruzzo Medio Adriatico
 

"SET7E GIORNI"

"SET7E GIORNI"

Newsletter di Confindustria del 24 febbraio 2023


I temi della settimana 

  
ECONOMIA, BONOMI: ITALIA MEGLIO DELLE ATTESE, MA L’EUROPA DEVE DIFENDERE LA SUA INDUSTRIA 

“L'in­du­stria è un as­set stra­te­gi­co del Pae­se. Se il Pil ha avu­to il rim­bal­zo del 2021 e 2022 è per la for­za del ma­ni­fat­tu­rie­ro. Per que­sto chie­dia­mo at­ten­zio­ne sul tema: ser­ve una po­li­ti­ca eu­ro­pea sul­la com­pe­ti­ti­vi­tà ed è fon­da­men­ta­le so­ste­ne­re gli in­ve­sti­men­ti del­le im­pre­se”. Così Car­lo Bo­no­mi, Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, in­ter­ve­nen­do al­l’As­sem­blea del­l'U­nio­ne In­du­stria­li del­la Pro­vin­cia di Sa­vo­na. “Sta­ti Uni­ti e Cina stan­no po­nen­do una sfi­da di com­pe­ti­ti­vi­tà su In­du­stria 5.0. La ri­spo­sta non può es­se­re quel­la de­gli aiu­ti di Sta­to, oc­cor­ro­no fon­di so­vra­ni per ave­re au­to­no­mia dal­le ma­te­rie pri­me e af­fron­ta­re le tran­si­zio­ni. Van­no uti­liz­za­te tut­te le ri­sor­se che l’Ue ha mes­so in cam­po, a par­ti­re dal Mes, ren­den­do­lo un fon­do per la com­pe­ti­ti­vi­tà eu­ro­pea. L’Ita­lia poi deve poter disporre deii 40 mld non usa­ti del pia­no Ue 2014-20. “Occorre uno stimolo agli investimenti -ha ribadito Bonomi. Il 2023 è positivo, meglio delle attese, ma con una crescita sempre dello zero virgola. Pesano vari fattori: una eventuale nuova fiammata dei prezzi dell'energia, a condizione che non si commettano errori di politica industriale, e la capacità di realizzare le riforme previste dal Pnrr. Altro elemento - ha aggiunto - la revisione del Patto di stabilità, nel 2023: “è importante capire le regole di rientro del debito, a maggior ragione per un paese come il nostro che ha un rapporto debito-pil del 145 per cento. Peserà anche l'azione della Bce: era illusorio poter restare con tassi negativi, ma se oggi il livello si può sostenere, la Bce deve stare attenta. Perché un conto è una politica monetaria per combattere l'inflazione, altro è creare le condizioni per una recessione”.

 

AUTO, BONOMI: SU ELETTRICO L’UE SBAGLIA. NECESSARIO UN TAVOLO PER VALUTARE IMPATTI ECONOMICI E SOCIALI

“In una si­tua­zio­ne già com­ples­sa si stan­no ag­giun­gen­do nuo­ve emer­gen­ze: l'Ue sta ac­ce­le­ran­do ver­so la li­mi­ta­zio­ne dei gas cli­mal­te­ran­ti, sebbene l’Europa ne generi solo l'8%. Se Cina e In­dia non ri­du­co­no le emis­sio­ni, ne paga il prez­zo l'in­du­stria Ue - ha spie­ga­to Car­lo Bo­no­mi, Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, in­ter­ve­nen­do al­l’As­sem­blea del­l'U­nio­ne In­du­stria­li del­la Pro­vin­cia di Sa­vo­na - se­con­do cui la scel­ta sul­l'au­to elet­tri­ca è sba­glia­ta: “stia­mo con­se­gnan­do la no­stra fi­lie­ra ai pro­dut­to­ri asia­ti­ci, che de­ter­mi­ne­ran­no il prez­zo per­ché saranno in re­gi­me di mo­no­po­lio. Il Go­ver­no do­vreb­be con­vo­ca­re un ta­vo­lo ad hoc: ci sono in gio­co 70­mi­la la­vo­ra­to­ri di­ret­ti, 140­mi­la con l'in­dot­to. E la ve­ri­fi­ca pre­vi­sta nel 2026 va fat­ta se­ria­men­te, cal­co­lan­do an­che i co­sti so­cia­li del­la so­ste­ni­bi­li­tà. Non vor­rei che poi si des­se la re­spon­sa­bi­li­tà alle im­pre­se. La tran­si­zio­ne va fat­ta in modo se­rio. Rischiamo – ha aggiunto - di uccidere l'industria europea pensando che sia il problema quando é proprio l'industria ad essere la soluzione, sia per le tecnologie che per la ricerca. Inoltre l'Europa viene meno al principio della neutralità tecnologica: questa è la vera cosa che non va bene. Sono obiettivi che tutti condividiamo, ma vanno raggiunti in neutralità tecnologica, altrimenti quando si fa una scelta si deve determinare quali filiere moriranno”.

 

SUPERBONUS: LE IMPRESE PRONTE A FARE LA LORO PARTE, MA DAL GOVERNO DECISIONI SENZA UN CONFRONTO PREVENTIVO

“Bi­so­gnava con­fron­tar­si con le im­pre­se pri­ma: quello che lascia perplessi non è la scelta, non con­vin­ce che si deb­ba­no pren­de­re de­ci­sio­ni af­fret­ta­te get­tan­do nel pa­ni­co fa­mi­glie e im­pre­se e poi - solo dopo - con­vo­ca­re le par­ti”, ha det­to il Pre­si­den­te  Carlo Bo­no­mi intervenendo sul decreto legge del Governo che ha cancellato i Superbonus edilizi. Le imprese  vogliono dare prova di un’assunzione di responsabilità, pro­po­nen­do di con­sen­ti­re ces­sio­ni di pri­mo gra­do tra pri­va­ti. In questo modo l’in­du­stria ita­lia­na  po­treb­be com­pra­re i cre­di­ti bloc­ca­ti". Bisogna confrontarsi con le imprese prima di prendere le decisioni. Il nostro timore – ha aggiunto Bonomi - è che si faccia così anche per la revisione degli incentivi alle imprese (il testo di legge delega è approdato in cdm).”

  

SUD, CONFINDUSTRIA: ZES FONDAMENTALI PER LO SVILUPPO, NECESSARIO CONFRONTO PERMANENTE. PRONTI A COLLABORARE CON IL MINISTRO FITTO

Si è te­nu­to giovedì 23 febbraio l’in­con­tro tra Vito Gras­si, Vice Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria e Pre­si­den­te del Con­si­glio del­le Rap­pre­sen­tan­ze Re­gio­na­li e per le Po­li­ti­che di Coe­sio­ne Ter­ri­to­ria­le, Pa­squa­le Lo­rus­so, Vice Pre­si­den­te per l’E­co­no­mia del Mare, e Giu­sep­pe Ro­ma­no, Com­mis­sa­rio Straor­di­na­rio di Go­ver­no del­le ZES Cam­pa­nia e Ca­la­bria, sul tema del­le Zone Eco­no­mi­che Spe­cia­li. “Nel cor­so del­l’in­con­tro c’è sta­ta to­ta­le con­ver­gen­za nel con­fer­ma­re che le ZES rap­pre­sen­ta­no uno stru­men­to im­pre­scin­di­bi­le per co­niu­ga­re svi­lup­po pro­dut­ti­vo e lo­gi­sti­co del Sud e im­pri­me­re im­pul­so agli in­ve­sti­men­ti pub­bli­ci e pri­va­ti, tra­sfor­man­do il Mez­zo­gior­no in una piat­ta­for­ma lo­gi­sti­ca eu­ro­pea al cen­tro del Me­di­ter­ra­neo”. Così Con­fin­du­stria in una nota, af­fer­man­do che “pro­prio per que­sti mo­ti­vi e vi­sti i ri­sul­ta­ti po­si­ti­vi, au­spi­chia­mo che si ren­da per­ma­nen­te la col­la­bo­ra­zio­ne con le Isti­tu­zio­ni vol­ta a con­di­vi­de­re espe­rien­ze e va­lu­ta­zio­ni sul­le op­por­tu­ni­tà e le cri­ti­ci­tà le­ga­te al fun­zio­na­men­to del­le ZES. Chie­dia­mo quin­di al Mi­ni­stro per gli Af­fa­ri Eu­ro­pei, il Sud, le Po­li­ti­che di Coe­sio­ne e il PNRR, Raf­fae­le Fit­to, la mas­si­ma at­ten­zio­ne ad uno stru­men­to così im­por­tan­te per lo svi­lup­po del Me­ri­dio­ne, dan­do se­gui­to al dia­lo­go già av­via­to”. Per il VP Gras­si, “E’ sta­to il la­vo­ro con­giun­to tra Isti­tu­zio­ni, Si­ste­ma Con­fin­du­stria e Com­mis­sa­ri Straor­di­na­ri ZES a fa­vo­ri­re il con­so­li­da­men­to del qua­dro nor­ma­ti­vo, che ren­de or­mai le ZES fi­nal­men­te ope­ra­ti­ve e in gra­do di so­ste­ne­re l’in­se­dia­men­to e lo svi­lup­po del­le im­pre­se al Sud. Per que­sti mo­ti­vi, l’au­spi­cio di Con­fin­du­stria è di in­ten­si­fi­ca­re il con­fron­to con il Mi­ni­stro Fit­to”. Se­con­do il VP Lo­rus­so, “Le Zes rap­pre­sen­ta­no uno stru­men­to pri­vi­le­gia­to per svi­lup­pa­re e po­ten­zia­re l’E­co­no­mia del Mare, in par­ti­co­la­re nel Mez­zo­gior­no che, con ol­tre il 45% del to­ta­le del­le im­pre­se e un ter­zo del to­ta­le de­gli ad­det­ti, ha un ruo­lo stra­te­gi­co per la cre­sci­ta del­l'in­te­ro Pae­se. È fon­da­men­ta­le pro­se­gui­re sul­la stra­da già in­tra­pre­sa per va­lo­riz­za­re al mas­si­mo que­sto stru­men­to”. 

 

CONGIUNTURA FLASH FEBBRAIO: L’ECONOMIA ITALIANA TIENE ED EVITA LA RECESSIONE

L'e­co­no­mia ita­lia­na pro­ce­de me­glio del­le at­te­se e si av­via ad evi­ta­re la re­ces­sio­ne an­che al­l'i­ni­zio del 2023. E’ la fo­to­gra­fia scat­ta­ta dal Cen­tro Stu­di Con­fin­du­stria nel­la Con­giun­tu­ra flash di feb­bra­io che sot­to­li­nea “l'ot­ti­ma te­nu­ta” del­l'e­co­no­mia ita­lia­na nel 2022, con i set­to­ri del­l'in­du­stria e dei ser­vi­zi in cre­sci­ta. La cre­sci­ta ita­lia­na è quin­di de­ci­sa­men­te “mi­glio­re del­le at­te­se” an­che se è pre­vi­sta in di­sce­sa ri­spet­to al +3,9% del­lo scor­so anno, “a un va­lo­re mol­to più bas­so nel 2023”. Nel­le più re­cen­ti pre­vi­sio­ni dei prin­ci­pa­li isti­tu­ti, os­ser­va Con­fin­du­stria, “pur con del­le dif­fe­ren­ze tra sti­me poco so­pra o sot­to il +0,6%, c'è una ge­ne­ra­liz­za­ta e im­por­tan­te re­vi­sio­ne al rial­zo ri­spet­to alle sti­me post-esta­te 2022, quan­do ci si aspet­ta­va una sta­gna­zio­ne o una mo­de­ra­ta re­ces­sio­ne, a cau­sa del caro ener­gia. La va­ria­zio­ne ac­qui­si­ta del Pil per il 2023, quin­di, è ri­sul­ta­ta di +0,4% e non in­tor­no allo zero come si pen­sa­va qual­che mese fa. Ci sono se­gna­li po­si­ti­vi an­che sul fron­te del­l'in­fla­zio­ne per­ché la di­sce­sa dei prez­zi del gas e, in ge­ne­ra­le, dei prez­zi del­l'e­ner­gia, sta fa­vo­ren­do una fre­na­ta del­l'in­fla­zio­ne an­che se la di­na­mi­ca al net­to di ener­gia e ali­men­ta­ri è in sa­li­ta. Uno sce­na­rio che la­scia in­tra­ve­de­re la fine del rial­zo dei tas­si di in­te­res­se en­tro il 2023. Ten­go­no i con­su­mi ma la spe­sa del­le fa­mi­glie è pru­den­te”. 

 

 

 

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