I temi della settimana
SALARIO MINIMO, MARIOTTI: SIA LEGATO A CONTRATTAZIONE E RAPPRESENTANZA. STRADA GIA’ TRACCIATA DAL “PATTO DELLA FABBRICA”
"L'introduzione di un salario minimo legale non risolverebbe, di per sé, il problema di adeguare i salari più bassi": servirebbe "uno sforzo maggiore per il rispetto delle regole". Così la Dg Francesca Mariotti, in audizione di fronte alla Commissione Lavoro della Camera, sulle proposte di legge in materia di giusta retribuzione e salario minimo. "A ben vedere - ha detto -, il rispetto di un salario minimo adeguato prescinde dalla fonte che ne determina la misura", legge o contratto collettivo.
"Il problema vero, almeno nel nostro Paese, sembra essere piuttosto quello degli strumenti volti a garantire l'effettivo rispetto del livello retributivo minimo stesso". Serve un "potenziamento dell'attività ispettiva" e "si pone anche una questione che attiene alla selezione della qualità della contrattazione collettiva". Mariotti ha poi sottolineato che “registriamo con favore che, in linea di massima, tutte le proposte di legge in esame finiscono per optare, in qualche modo, per un demando alla contrattazione collettiva". Tra i nodi da chiarire, non va alterato "il libero ed autonomo confronto negoziale tra le parti contraenti", perchè sarebbe "un elemento distorsivo" confondere "salario minimo fissato per legge e salario individuato dalla contrattazione collettiva”. La stessa direttiva europea non prevede "alcun tipo di commistione tra queste due distinte fonti di regolazione del salario". E c'è il nodo della rappresentanza: servono "criteri obiettivi", ed "occorre porre un serio argine al dilagante fenomeno dei cosiddetti contratti pirata". La soluzione della questione “andrebbe affidata ad una autoregolamentazione delle parti ossia ad un grande accordo interconfederale" che coinvolga associazioni di impresa e sindacati. Per Mariotti il punto di riferimento resta il Patto per la fabbrica, firmato da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil nel 2018. Senza un accordo sul grado di rappresentanza, allora potrebbe essere necessario l'intervento del legislatore.
AUDIZIONE DEF: FARE LE RIFORME. CRUCIALE L'ATTUAZIONE DEL PNRR
“Per l'ammodernamento e la crescita potenziale del paese sono certamente necessarie le risorse finanziarie, ma ben più importanti sono le riforme, spesso a costo zero”. Così, in audizione sul Def presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il direttore del Centro studi di Confindustria Alessandro Fontana ha tratteggiato gli interventi necessari per l'economia sottolineando come con risorse pubbliche limitate è cruciale utilizzare quelle del Pnrr, del Repower Eu e dei Fondi di coesione, “tutte e nel modo più efficiente”. Secondo Fontana lo scenario economico, “oscurato da diverse nubi”, richiederebbe interventi decisi su almeno tre fronti: sostenere i redditi delle famiglie meno abbienti, spingere gli investimenti delle imprese, continuare a proteggere le imprese dei settori che subiscono maggiori perdite di competitività. Per Confindustria bene la destinazione dei 3 miliardi di quest'anno al taglio del cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito, anche se si tratta di un ammontare esiguo da integrare con altre risorse, “da recuperare con una attenta revisione della spesa”. Bene anche la destinazione dei 4 miliardi sul 2024 al Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Cruciale l'attuazione del Pnrr: “nel periodo 2020-2022 gli interventi finanziati sono stati solo 17,7 miliardi sui 24,5 previsti”. Il governo pensa ad una rimodulazione: “alcune modifiche al piano sono necessarie, ma senza minarne l'ambizione”, ha detto Fontana. Poi sulla politica di coesione: "dei 126 miliardi ne sono stati spesi solo 43. La proposta del governo di spostare i progetti del Pnrr non completabili entro il 2026 sui fondi Sie e Fsc sembra condivisibile, purché venga preservata la destinazione territoriale delle risorse della coesione e siano rifinanziati i progetti già previsti in questo ambito”.
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