I temi della settimana
ECONOMIA, BONOMI: CUNEO FISCALE E TRANSIZIONE 5.0 LE PRIORITA’. STIMOLARE GLI INVESTIMENTI ATTRAVERSO I CREDITI D’IMPOSTA
“Incentivare gli investimenti” e poi “taglio del cuneo fiscale e transizione 5.0 che devono diventare strutturali”. Queste le priorità che ha indicato dal palco dell'Assemblea di Assolombarda il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi, davanti alla premier Giorgia Meloni. “Sono disposto anche a rinunciare ai 14 miliardi di tax expenditure per le imprese purché il governo utilizzi queste risorse interamente per abbattere il cuneo fiscale”. Sul salario minimo, “non c'è un veto di Confindustria, anzi è una grande sfida. Se il riferimento sono i 9 euro, i nostri contratti sono tutti superiori: il terzo livello dei metalmeccanici è 11 euro. Non è un problema di Confindustria” ha aggiunto Bonomi sottolineando che del discorso della premier “è piaciuto sentire un atteggiamento diverso rispetto alla narrazione dell'industria, abbiamo passato decenni a far capire quanto fosse importante l'industria per il paese, con i numeri. Da lì si capisce come è necessario stimolarne gli investimenti, non per una questione corporativa ma perché è nell'interesse del paese”. Secondo Bonomi transizione green e digitale “sono ineludibili” ma servono risorse ingenti per raggiungere gli obiettivi europei". E il Pnrr "è un'occasione che non possiamo mancare, sia perché i fondi sono fondamentali per la crescita, sia per la credibilità internazionale del paese". Il Presidente, inoltre, ricordando i segnali di rallentamento economico, ha detto: “Dobbiamo utilizzare tutte le risorse per stimolare gli investimenti attraverso i crediti di imposta, mettendo in campo gli strumenti che consentano di scaricarli a terra. Si potrebbero usare i fondi del Mes per la politica industriale e per le transizioni". Questa la proposta ribadita da Bonomi: "È un tema politico, il governo sta trattando, ma quando c'è la volontà politica si fa tutto". Infine il timore sulla politica della Bce sui tassi: “fino al 3-3,5% era un aumento fisiologico, ma ora per combattere l'inflazione si rischia di andare in recessione” ha avvertito, prevedendo per la fine dell'anno una forchetta dell'inflazione tra i 3 e il 4 per cento.
PNRR: IMPLEMENTARLO SUBITO E SENZA TENTENNAMENTI. I FONDI SIANO DESTINATI ALLE IMPRESE PER GENERARE CRESCITA
“La transizione digitale insieme a quella green è il principale driver di crescita per il futuro” ma occorrono risorse ed è necessario stimolare gli investimenti: “l'Europa ha lanciato una sfida: diventare i più bravi sulla sostenibilità. Ma la risposta è sbagliata. Se ci viene detto che per essere campione di sostenibilità ambientale in Europa bisogna fare investimenti per 3500 miliardi e non si mettono a disposizione degli strumenti per stimolare questi investimenti, è ovvio che falliamo”. Così Carlo Bonomi, Presidente Confindustria, all’Assemblea di Confindustria Varese. Per questo il Presidente ha sottolineato, durante l’evento di Anitec-Assinform, che “occorre mettere in campo un grande piano di investimenti per la transizione 5.0 che ha alla base i temi del digitale. Il Pnrr destina moltissimi capitoli e risorse a questo ambito e le ricadute, anche se non immediate, sono molto rilevanti. Il Pnrr va implementato – ha aggiunto Bonomi - senza tentennamenti, nel modo giusto e nei prossimi giorni. I fondi devono andare a progetti in grado di generare investimenti e crescita e quindi andare alle imprese, che sono in grado di metterli a terra in questa direzione. Noi ci auguriamo che la politica, il Parlamento e le Istituzioni non debbano sempre rincorrere la realtà ma riescano ad anticipare e gestire il cambiamento. La competizione che abbiamo davanti è globale ed è tra giganti. E anche la formazione è fondamentale. Oggi le imprese suppliscono l'azione dello Stato e non possono farcela da sole”. Il leader degli industriali nel suo intervento all’Assemblea di Confindustria Alessandria ha rimarcato l'importanza delle riforme, definendole la parte più rilevante del Pnrr "Noi vogliamo un paese moderno, inclusivo e per questo servono le riforme. La vera sfida è ridurre le disuguaglianze e intervenire sulle disparità”.
IMPRESE, BARONI: GOVERNO SOSPENDA LA TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE IMPRESE DEL SETTORE ENERGIA
“Il governo dovrebbe sospendere i termini per il pagamento della tassa sugli extraprofitti introdotta con l'ultima legge di bilancio per le imprese del settore dell'energia”. Così Giovanni Baroni, presidente della Piccola Industria e VP Confindustria, sul Sole24Ore, ha ricordato la scadenza del 30 giugno 2023 per il versamento del contributo extraprofitti, affermando che “negli ultimi giorni si sono susseguite sentenze in primo grado dei Tar contro quella disposizione. E la Corte di giustizia tributaria, partendo dalla prima formulazione dell'imposta nel 2022, ha sollevato la questione di legittimità presso la Corte costituzionale”. Il Presidente PI ha, quindi, rinnovato l’appello per la sospensione dei pagamenti, preoccupato per l'impatto sulle imprese, in particolare le Pmi, che rischia di bloccarne la capacità di investimento. “C'è confusione in questo momento e le imprese non sanno se pagare o meno – ha spiegato Baroni -. Nella sostanza, si sono sovrapposte due imposte che camminano su percorsi paralleli. II primo provvedimento del governo Draghi aveva creato un meccanismo di calcolo basato sui saldi Iva tra il 2021 e il 2022, colpendo in particolare i grandi operatori dell'energia elettrica e del petrolio. L'obiettivo era quello di tassare gli extraprofitti ma, come è noto, i saldi Iva hanno ben poco a che fare con i conti economici delle aziende. Poi a fine anno, con la legge di bilancio 2023, è stata approvata una nuova norma che introduceva una tassa sugli extraprofitti per allinearsi con gli orientamenti europei, la quale si è andata a sovrapporre a quella precedente, creando due regimi. Con la nuova norma è stato previsto un "contributo 2023", il quale però va calcolato sui conti del 2022, anche se lo scenario del 2023 è ben diverso dal 2022. Lo scorso anno il gas è arrivato a 350 € a megawattora, mentre nel 2023 il gas è sceso a 34 €. Siamo in un momento di tassi crescenti che hanno fatto salire, soprattutto per le Pmi, le rate dei finanziamenti, mentre l'Italia avrebbe bisogno di investimenti da parte delle imprese, soprattutto quelle del settore energia che sono protagoniste della transizione energetica”, ha concluso Baroni.
PMI, RAPPORTO CONFINDUSTRIA-CERVED: IMPRESE RESISTONO AGLI SHOCK, MA CI SONO SEGNALI DI RALLENTAMENTO
“Il dato più evidente dell’edizione 2023 del Rapporto Pmi è l’eterogeneità delle strutture economiche e finanziarie delle imprese, con segnali di rallentamento più significativi nelle zone del centro-sud. È necessario rilanciare l’azione di policy: spendere in maniera integrata i fondi Pnrr e potenziare gli strumenti per affrontare i costi delle trasformazioni green e digitale”. Così Vito Grassi, VP e presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali, in occasione della presentazione del Rapporto Regionale PMI 2023, realizzato con Cerved, in collaborazione con UniCredit. Per Emanuele Orsini, VP per Credito, Finanza e Fisco, "l’aumento dei tassi rende più tesa la situazione finanziaria. L’effetto è che viene a mancare un sostegno a produzione e investimenti, che è invece essenziale per consentire alle imprese di affrontare le sfide della transizione sostenibile e digitale”. Infine, secondo il Presidente PI, Giovanni Baroni, “La dimensione media delle PMI italiane sta crescendo, segno del rafforzamento patrimoniale di questi anni e degli investimenti effettuati. Di fronte alle peggiorate condizioni del credito, il supporto di cui abbiamo bisogno è finalizzato ad investire nella duplice transizione, green e digitale, e sulle competenze interne all’azienda”. Il Rapporto Regionale PMI 2023 ha evidenziato i diversi impatti sui sistemi di PMI territoriali degli shock sequenziali che negli ultimi anni hanno colpito il nostro sistema economico. Sul fronte dei conti economici si stima una sostanziale tenuta di fatturato (+2,4%), valore aggiunto (+1,4%) e MOL (+2,9%), che recuperano i livelli del 2019 (rispettivamente +9,1%, +8,7% e +14,9%). Questi indicatori sono accompagnati da evidenze meno incoraggianti, che suggeriscono una possibile inversione di tendenza nel prossimo biennio. I segnali di rallentamento sono più significativi nelle zone del Centro-Sud e lasciano ipotizzare un incremento del divario strutturale tra sistema produttivo settentrionale e meridionale. I primi effetti dell’inflazione e dell’aumento del costo del debito fanno contrarre la redditività netta e gli utili delle PMI. Il peggioramento della congiuntura genera impatti anche sulle abitudini di pagamento delle PMI.
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