Confindustria Abruzzo Medio Adriatico
 

"SET7E GIORNI"

"SET7E GIORNI"

Newsletter di Confindustria del 24 novembre 2023

 

 

I temi della settimana

  

BONOMI A LA STAMPA: ALL'UNIONE EUROPEA NON CHIEDIAMO PIÙ DEBITO MA PIU' INVESTIMENTI 

“Non ci si ren­de con­to di cosa suc­ce­de. Ogni gior­no si ri­cor­da l'im­por­tan­za del­l'ex­port per l'e­co­no­mia ma, se mi­su­ria­mo le esi­gen­ze con la fra­gi­li­tà del­le in­fra­strut­tu­re, c'è da spa­ven­tar­si. In­ve­ce la per­ce­zio­ne del­la mi­nac­cia è bas­sa. C'è nel­le re­gio­ni del Nord, mol­to meno a li­vel­lo na­zio­na­le”. Così in un’in­ter­vi­sta a La Stam­pa il Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, Car­lo Bo­no­mi. “Que­st'an­no ab­bia­mo avu­to l'in­ter­ru­zio­ne del tun­nel del Got­tar­do, la chiu­su­ra stra­da­le del Fre­jus e quel­la fer­ro­via­ria, men­tre la gal­le­ria del Bian­co si fer­me­rà per tre mesi in ognu­no dei pros­si­mi 18 anni. Ci ag­giun­go il ver­san­te au­stria­co, dove il tran­si­to è li­mi­ta­to per una de­ci­sio­ne uni­la­te­ra­le di Vien­na. Sia­mo mes­si ve­ra­men­te male sul­l'ar­co al­pi­no, dove tran­si­ta il gros­so del­le espor­ta­zio­ni. Quan­do sco­pri­re­mo che il Pil del Nord e del­l'I­ta­lia ca­le­ran­no, cosa ac­ca­drà? Sa­re­mo co­stret­ti a in­se­gui­re an­co­ra l'e­mer­gen­za. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quello che sta succedendo dalla seconda metà del 2022: la frenata si avverte in Lombardia e tutto il Nord e non possiamo fingere di non vederla, non possiamo sperare semplicemente che tutto passi”, ha pro­se­gui­to Bo­no­mi, se­con­do cui bi­so­gne­reb­be spin­ge­re sul­le in­fra­strut­tu­re, te­nen­do alta l’at­ten­zio­ne in Eu­ro­pa. Poi, “dob­bia­mo con­vin­ce­re i fran­ce­si che la se­con­da can­na va rea­liz­za­ta, con mo­da­li­tà cer­te di re­cu­pe­ro di flus­si di traf­fi­co. È una que­stio­ne di di­plo­ma­zia eco­no­mi­ca: dob­bia­mo di­fen­de­re gli in­te­res­si na­zio­na­li esat­ta­men­te come fan­no loro. La mia idea di fu­tu­ro è che do­vrem­mo la­vo­ra­re in Eu­ro­pa per ot­te­ne­re gli in­ve­sti­men­ti co­mu­ni e non per ave­re il per­mes­so di au­men­ta­re de­fi­cit e de­bi­to”, ha ag­giun­to il Pre­si­den­te riferendosi al nuovo Pat­to, poiché “gli investimenti sono bloccati e questo preclude il futuro. Colpa dell'incertezza totale, ma anche del quadro regolatorio europeo”. Sul­la re­ces­sio­ne, “non ero così ot­ti­mi­sta pri­ma e non sono pes­si­mi­sta ades­so. L’I­ta­lia è tor­na­ta pur­trop­po alla sua modesta cre­sci­ta strut­tu­ra­le, ma si può cam­bia­re col Pnrr, an­zi­tut­to. Non tan­to per i sol­di, quan­to per le ri­for­me. Ades­so le risorse ci sono, 500 mi­liar­di per set­te-otto anni, com­pre­sa la do­ta­zio­ne dei fon­di or­di­na­ri Ue. Uti­liz­zia­mo­li per so­ste­ne­re le ri­for­me ne­ces­sa­rie, quel­le che aspet­tia­mo da tren­t'an­ni, quel­le che por­te­reb­be­ro la cre­sci­ta a due o tre pun­ti”. 


ENERGIA, BONOMI A REPUBBLICA: BERLINO AIUTA LE IMPRESE, L'ITALIA IN RITARDO 

“Ve­dia­mo con fa­vo­re il raf­for­za­men­to del­le re­la­zio­ni po­li­ti­che tra Ita­lia e Ger­ma­nia. In real­tà l'in­te­gra­zio­ne tra le im­pre­se è av­ve­nu­ta da anni. La Ger­ma­nia re­sta il no­stro prin­ci­pa­le mer­ca­to di espor­ta­zio­ne: ol­tre il 12%, so­prat­tut­to in se­mi­la­vo­ra­ti e com­po­nen­ti­sti­ca. An­che se le cose stan­no cam­bian­do: pri­ma be­ne­fi­cia­va­mo mol­to di più del suo trai­no. Ora que­sta cor­re­la­zio­ne si è raf­for­za­ta an­che con la Fran­cia e la Spa­gna”. Così Car­lo Bo­no­mi, Pre­si­den­te di Con­fin­du­stria, in un’in­ter­vi­sta su Re­pub­bli­ca dopo il bilaterale Italia-Germania. Sul taglio tedesco delle bollette per le imprese Bo­no­mi ha det­to che “la Ger­ma­nia non è sola: an­che la Fran­cia lo ha fat­to e la Spa­gna ave­va de­ci­so su­bi­to un pri­ce cap. Que­sti in­ter­ven­ti stan­no ren­den­do estre­ma­men­te com­pe­ti­ti­va l'in­du­stria fran­ce­se, te­de­sca e spa­gno­la ri­spet­to a quel­la ita­lia­na, che scon­ta de­cen­ni di er­ro­ri sul­la po­li­ti­ca ener­ge­ti­ca ma an­che la man­can­za di spa­zio fi­sca­le per fare la stes­sa cosa. Quindi, o l'Eu­ro­pa la­vo­ra a stru­men­ti vol­ti ad as­si­cu­ra­re prez­zi non trop­po di­ver­gen­ti del­l'e­ner­gia per le im­pre­se ener­gi­vo­re, op­pu­re, se ogni Pae­se af­fron­ta la que­stio­ne da solo, ri­schia­mo che si spac­chi il mer­ca­to uni­co nei prossimi 3-5 anni”. “Purtroppo mentre altri paesi tagliano il prezzo dell'energia, in Italia è la quarta volta che slitta il decreto su gas ed energy release, che potrebbe farci recuperare un po' di competitività” – ha aggiunto Bonomi che sul Patto di Stabilità ha ribadito: “La battaglia da fare non è per realizzare maggior deficit e debito, ma poter investire di più. Soprattutto per agganciare le nuove tecnologie necessarie alle transizioni green e digitale. Altrimenti perderemo la sfida della competitività con Stati Uniti e la Cina. In Germania non sono solo scesi i servizi, sono crollati gli investimenti, come in Italia. Ecco perché dobbiamo chiedere che l'Europa sia solidale”. 


LAVORO, BONOMI: PATTO CON I SINDACATI PER OPERAZIONE VERITA’ SUI SALARI 

“L'anno prossimo sarà un grande banco di prova per i rinnovi contrattuali, Confindustria e sindacato dovranno essere molto maturi, discutere non solo delle parti monetarie, ma anche di politica industriale, alzare lo sguardo, costruire insieme un contratto di lavoro moderno, inclusivo e sostenibile. Si gioca una grande partita per il futuro del paese, senza industria non c'è l'Italia. È nell'interesse dei lavoratori”. Così il Presidente Carlo Bonomi ai microfoni di SkyTg24, si è rivolto al leader della Cgil, Maurizio Landini. “In Italia c'è il problema dei salari bassi ma non riguarda la manifattura che negli ultimi 20 anni ha riconosciuto aumenti salariali più alti rispetto ai competitor. Se guardiamo l'economia intera non è così” -  ha detto Bonomi lanciando una proposta al sindacato: “un grande patto di equità sociale da fare insieme per dire chi sono quelli che pagano poco. Un'operazione verità per dire chi è fuori dalle regole: scopriremo che non è l'industria, ma altri settori. Sono le cooperative, le finte cooperative, il commercio, i servizi”. Il tema delle transizioni, a partire da quella ambientale: “sono ineludibili, ma hanno bisogno di investimenti. Come agganciarle, e quale sarà il futuro dell'industria insieme ai cambiamenti del mercato del lavoro sono battaglie da portare avanti insieme al sindacato, nell'interesse del paese” ha continuato Bonomi sottolineando che serve la crescita per poter sostenere il welfare che abbiamo “e che ci invidiano. Noi non spendiamo poco: tra sanità, pensioni e assistenza 517 miliardi l'anno. Ma spendiamo male. Le risorse volendo ci sono: con una crescita zero virgola e un'inflazione al 2% vuol dire che stiamo arretrando. Stiamo tornando alla bassa crescita degli ultimi 20 anni: deve crescere la ricchezza del paese per poter essere redistribuita”. Sul tema Bonomi, nel corso dell’evento  “Lombardia World Forum”, ha lanciato un appello alla politica affinché “si possa fare di più e meglio per farci tornare a crescere, energie pubbliche e private insieme, non solo per la Lombardia ma per tutto il Paese”.

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