I temi della settimana
BONOMI A LA STAMPA: ALL'UNIONE EUROPEA NON CHIEDIAMO PIÙ DEBITO MA PIU' INVESTIMENTI
“Non ci si rende conto di cosa succede. Ogni giorno si ricorda l'importanza dell'export per l'economia ma, se misuriamo le esigenze con la fragilità delle infrastrutture, c'è da spaventarsi. Invece la percezione della minaccia è bassa. C'è nelle regioni del Nord, molto meno a livello nazionale”. Così in un’intervista a La Stampa il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. “Quest'anno abbiamo avuto l'interruzione del tunnel del Gottardo, la chiusura stradale del Frejus e quella ferroviaria, mentre la galleria del Bianco si fermerà per tre mesi in ognuno dei prossimi 18 anni. Ci aggiungo il versante austriaco, dove il transito è limitato per una decisione unilaterale di Vienna. Siamo messi veramente male sull'arco alpino, dove transita il grosso delle esportazioni. Quando scopriremo che il Pil del Nord e dell'Italia caleranno, cosa accadrà? Saremo costretti a inseguire ancora l'emergenza. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a quello che sta succedendo dalla seconda metà del 2022: la frenata si avverte in Lombardia e tutto il Nord e non possiamo fingere di non vederla, non possiamo sperare semplicemente che tutto passi”, ha proseguito Bonomi, secondo cui bisognerebbe spingere sulle infrastrutture, tenendo alta l’attenzione in Europa. Poi, “dobbiamo convincere i francesi che la seconda canna va realizzata, con modalità certe di recupero di flussi di traffico. È una questione di diplomazia economica: dobbiamo difendere gli interessi nazionali esattamente come fanno loro. La mia idea di futuro è che dovremmo lavorare in Europa per ottenere gli investimenti comuni e non per avere il permesso di aumentare deficit e debito”, ha aggiunto il Presidente riferendosi al nuovo Patto, poiché “gli investimenti sono bloccati e questo preclude il futuro. Colpa dell'incertezza totale, ma anche del quadro regolatorio europeo”. Sulla recessione, “non ero così ottimista prima e non sono pessimista adesso. L’Italia è tornata purtroppo alla sua modesta crescita strutturale, ma si può cambiare col Pnrr, anzitutto. Non tanto per i soldi, quanto per le riforme. Adesso le risorse ci sono, 500 miliardi per sette-otto anni, compresa la dotazione dei fondi ordinari Ue. Utilizziamoli per sostenere le riforme necessarie, quelle che aspettiamo da trent'anni, quelle che porterebbero la crescita a due o tre punti”.
ENERGIA, BONOMI A REPUBBLICA: BERLINO AIUTA LE IMPRESE, L'ITALIA IN RITARDO
“Vediamo con favore il rafforzamento delle relazioni politiche tra Italia e Germania. In realtà l'integrazione tra le imprese è avvenuta da anni. La Germania resta il nostro principale mercato di esportazione: oltre il 12%, soprattutto in semilavorati e componentistica. Anche se le cose stanno cambiando: prima beneficiavamo molto di più del suo traino. Ora questa correlazione si è rafforzata anche con la Francia e la Spagna”. Così Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, in un’intervista su Repubblica dopo il bilaterale Italia-Germania. Sul taglio tedesco delle bollette per le imprese Bonomi ha detto che “la Germania non è sola: anche la Francia lo ha fatto e la Spagna aveva deciso subito un price cap. Questi interventi stanno rendendo estremamente competitiva l'industria francese, tedesca e spagnola rispetto a quella italiana, che sconta decenni di errori sulla politica energetica ma anche la mancanza di spazio fiscale per fare la stessa cosa. Quindi, o l'Europa lavora a strumenti volti ad assicurare prezzi non troppo divergenti dell'energia per le imprese energivore, oppure, se ogni Paese affronta la questione da solo, rischiamo che si spacchi il mercato unico nei prossimi 3-5 anni”. “Purtroppo mentre altri paesi tagliano il prezzo dell'energia, in Italia è la quarta volta che slitta il decreto su gas ed energy release, che potrebbe farci recuperare un po' di competitività” – ha aggiunto Bonomi che sul Patto di Stabilità ha ribadito: “La battaglia da fare non è per realizzare maggior deficit e debito, ma poter investire di più. Soprattutto per agganciare le nuove tecnologie necessarie alle transizioni green e digitale. Altrimenti perderemo la sfida della competitività con Stati Uniti e la Cina. In Germania non sono solo scesi i servizi, sono crollati gli investimenti, come in Italia. Ecco perché dobbiamo chiedere che l'Europa sia solidale”.
LAVORO, BONOMI: PATTO CON I SINDACATI PER OPERAZIONE VERITA’ SUI SALARI
“L'anno prossimo sarà un grande banco di prova per i rinnovi contrattuali, Confindustria e sindacato dovranno essere molto maturi, discutere non solo delle parti monetarie, ma anche di politica industriale, alzare lo sguardo, costruire insieme un contratto di lavoro moderno, inclusivo e sostenibile. Si gioca una grande partita per il futuro del paese, senza industria non c'è l'Italia. È nell'interesse dei lavoratori”. Così il Presidente Carlo Bonomi ai microfoni di SkyTg24, si è rivolto al leader della Cgil, Maurizio Landini. “In Italia c'è il problema dei salari bassi ma non riguarda la manifattura che negli ultimi 20 anni ha riconosciuto aumenti salariali più alti rispetto ai competitor. Se guardiamo l'economia intera non è così” - ha detto Bonomi lanciando una proposta al sindacato: “un grande patto di equità sociale da fare insieme per dire chi sono quelli che pagano poco. Un'operazione verità per dire chi è fuori dalle regole: scopriremo che non è l'industria, ma altri settori. Sono le cooperative, le finte cooperative, il commercio, i servizi”. Il tema delle transizioni, a partire da quella ambientale: “sono ineludibili, ma hanno bisogno di investimenti. Come agganciarle, e quale sarà il futuro dell'industria insieme ai cambiamenti del mercato del lavoro sono battaglie da portare avanti insieme al sindacato, nell'interesse del paese” ha continuato Bonomi sottolineando che serve la crescita per poter sostenere il welfare che abbiamo “e che ci invidiano. Noi non spendiamo poco: tra sanità, pensioni e assistenza 517 miliardi l'anno. Ma spendiamo male. Le risorse volendo ci sono: con una crescita zero virgola e un'inflazione al 2% vuol dire che stiamo arretrando. Stiamo tornando alla bassa crescita degli ultimi 20 anni: deve crescere la ricchezza del paese per poter essere redistribuita”. Sul tema Bonomi, nel corso dell’evento “Lombardia World Forum”, ha lanciato un appello alla politica affinché “si possa fare di più e meglio per farci tornare a crescere, energie pubbliche e private insieme, non solo per la Lombardia ma per tutto il Paese”.
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